Descrizione
Nasco oggi, ora lo so – Riccardo Pedicone libro
Sinossi:
Roberto Calasso parlava degli Analogisti così: Era impossibile deluderli, perché non si aspettavano nulla dal mondo. Li appagava soltanto la loro indagine, che non si concludeva mai.
Il percorso di capitolo in capitolo si è dimostrato senziente – scrive Riccardo Pedicone, l’autore – non lasciandomi intervenire sulle parole digitate. Così si è formato ciò che tieni tra le mani, il mio disimpegno. La parola si fa più forte dell’idea e prende diramazioni inaspettate. Saggio, fiaba, poesia si baciano e le lascio baciarsi.
Il sogno mi si rivela solo di giorno, nelle veglie addormentate che sembrano subacquee. Lì riesco a sentirmi gravido di qualcosa, o feto in un grembo. Come il cambio della muta, o il passaggio da una vita conclusa a una che sta per iniziare, il dialogo con me stesso diventa una corte di voci e la scrittura i passi di un lungo cammino. Quello che parte come un saggio sociologico sull’importanza del dialogo, diverrà in seguito un’avventura in compagnia di un Moscerino tra gli squarci silenziosi della realtà. La fantasia però non mi si presenta violentemente, con colori sgargianti e luci brillanti. Bensì il mondo fantastico è talmente disciolto nella quotidianità e nell’atmosfera umana, che pare malinconico e pensieroso. Le creature che orbitano attorno a questo libro, come gli esseri umani, vivono col viso rivolto all’insù, come se fossero più in basso di quanto vorrebbero, come se fossero sott’acqua.
Nasco oggi, ora lo so è il primo titolo della collana Diagonale.
Dalla quarta di copertina:
La bellezza non è altro che una reazione.
La nostra insignificanza crea sempre qualcosa di significativo.
Ogni cosa è alchemica.
E infatti come alchimista mi pongo.
Ciò di cui tratto sono posture energetiche, flussi, discorsi come infusi. Non espongo una dottrina, un comandamento, non espongo nulla che voglia e possa attrarre ostilità. La mia tesi è il come sto iniziando a percepirmi: trasmutabile. Il mio approccio è pratico e metafisico, discordante e impreciso, universale e nel qui e ora. L’accettare quella che forse è la mia natura: l’essere un ponte, una stanza dalle finestre aperte, un paesaggio, un pesce che filosofeggia nel mare, una madre, il disimpegno di un appartamento…
– Riccardo Pedicone
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